Le norme fondamentali per la tutela degli animali
la legge n. 281 del 1991
La normativa italiana disciplina alcuni aspetti fondamentali con la legge n. 281 del 1991, definita «legge quadro in materia di tutela degli animali d'affezione e prevenzione del randagismo».
Tale legge è di particolare importanza poichè enuncia il principio generale secondo il quale “Lo stato promuove e disciplina la tutela degli animali d'affezione, condanna gli atti di crudeltà contro di essi, i maltrattamenti ed il loro abbandono al fine di favorire la corretta convivenza tra uomo e animale e di tutelare la salute pubblica e l'ambiente.”
Con gli articoli 1 e 2, in particolare, lo Stato si impegna a riconoscere agli animali d'affezione il diritto alla vita, ne vieta la crudeltà e la soppressione senza giustificato motivo, promuove il controllo della popolazione di animali sia domestici che randagi, e riconosce esplicitamente la funzione sociale di enti ed associazioni protezionistiche; con gli articoli 3 e 4 demanda alle competenze regionali il compito di rendere applicative le norme nazionali emanando propri provvedimenti, mentre specifici compiti e responsabilità vengono attribuiti alle diverse Istituzioni ed Autorità di controllo competenti nella materia, nonché ai proprietari degli animali.
Link qui: (http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_normativa_911_allegato.pdf )
Accordo del 6 febbraio 2003
Un'altra delle norme principali è l'accordo del 6 febbraio 2003 tra Stato Stato e Regioni, con il quale si amplia il campo di applicazione delle tutele degli animali, che spesso era limitato esclusivamente a cani e gatti, definendo quale «animale da compagnia» ogni animale tenuto dalll'uomo per compagnia o affezione senza fini produttivi o alimentari, compresi quelli che svolgono attività utili all'uomo, come il cane per disabili e gli animali da pet therapy. Parimenti importante è l'articolo 2, con il quale si identificano responsabilità e doveri del detentore di animali da compagnia, tra cui: rifornirli di cibo ed acqua in quantità sufficienti, assicurargli le necessarie cure sanitarie ed un'adeguata possibilità di esercizio fisico, assicurare la regolare pulizia degli spazi ove questi dimorano, prendere ogni possibile precauzione per impedirne la fuga e, da ultimo, garantire la tutela di terzi da aggressioni.
Link qui: (http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_normativa_909_allegato.pdf)
Legge n. 189 del 2004
Dal punto di vista del diritto penale, la norma di riferimento è la legge n. 189 del 2004, definita «Disposizioni concernenti il divieto di maltrattamento degli animali, nonché di impiego degli stessi in combattimenti clandestini o competizioni non autorizzate».
Vengono qui introdotte nuove fattispecie di reato, e vengono aggiunti e riformati alcuni articoli del codice penale, i più importanti dei quali sono l'art. 544-bis, che punisce chi senza necessità cagiona la morte di un animale con la reclusione da quattro mesi a due anni, ed il 544-ter, che sanziona chi maltratta, sevizia, e compie violenze sugli animali con la reclusione da tre a diciotto mesi.
Tali pene, in realtà, appaiono relativamente blande se si considera che è in generale consentito il ricorso alla sospensione condizionale della pena fino a 18 mesi o ad altri istituti deflattivi che possono abbattere la pena comminata fino a tradursi in una sostanziale impunità per il reo.
Link qui: (https://www.camera.it/parlam/leggi/04189l.htm)
Le nuove proposte legislative
Proprio a fronte di tale ultimo rilievo, il corpo principale delle nuove proposte prevede un inasprimento delle pene per i delitti contro il sentimento degli animali; alcuni dei disegni di legge citati (DDL n. 76 del 2019 e DDL n. 360 del 2019) si propongono di innalzare i limiti edittali minimi e massimi della pena detentiva e gli importi delle multe, così da valorizzare la funzione special-preventiva della pena.
Di particolare pregio appare poi la previsione di contrastare la diffusione di materiale audiovisivo e di immagini inerenti violenze e brutalità compiute sugli animali, e si prevedono aggravanti qualora l'autore di crimini contro gli animali realizzi immagini o video e ne dia divulgazione tramite strumenti telematici.
Dal punto di vista civilistico, la proposta di maggior rilievo attiene, in caso di divorzio o separazione del nucleo familiare, all'affido degli animali domestici al coniuge ritenuto dal giudice maggiormente capace a garantirne il benessere fisico e psicologico, e vengono inoltre previste anche nuove forme di affido condiviso con obbligo di dividere le spese.
Altre proposte attualmente in esame nelle aule parlamentari prevedono di consentire sempre l'accesso degli animali da compagnia anche in luoghi dove normalmente è vietato, nonchè l'obbligo di segnalare alle autorità competenti gli animali abbandonati o feriti.